Archivio (comunque indiziario) di Analisi del Periodo
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L'OCCHIO VERTICALE . Tullio Catalano e Carmelo Romeo . Testo pubblicato con l'immagine di un collage nella rivista di Bruno Corà, A E I O U nel 1986 . Vedi supplementi.

Non
E' il millenovecentotrenta
che 
vi fosse 
apax legomenon
separazione 
che si ripete alle bugie dei vivi
il nuovo 
piccolo inferno
era nella sistemazione: 
come limbo spietato
orizzontalità metonimica 
degli orari ferroviari

inesorabile verticalità metaforica. 
Come una piattola
Dopo 
a Tiflis uno può anche ripartire 
A che ripartire 
e mischiare le carte. 
il migliaccio dovuto al fariseo
Allora 
a retori infami
al dominio del metodo

succede 
il dominio del merito. 
Lontano dall'esercizio
Lo sguardo verticale 
dell'ekaton pedon
si apre il varco 
(dalle ombre più lunghe i vandali)
nella superficie 
frontale
dei significanti 
perfido disinganno senza stile
verso il retro. 
E qui 
(E' il 1915) qui 
attorno al portale 

ostaggi all'afasia prossima
buco sui significati 
al gioco di sempre
prende a costruire 
il gusto dell'alabastro
l'orbita architettonica
estasi all'origine negata
ove posare l'occhio miliare 
del discorso mutato
che segna 
già certo segna 
il crocicchio 
di linee curve spezzate
degli assi del linguaggio 
su scatole di fiammiferi

alla R.O.S.T.A.
le derive delle espressioni. 
senza vocazioni disposte 
Mentre 
attendi la didascalia
lo sguardo rimane 
sullo scarto intossicato
fermo 
dello sguardo a tenersi il posto 
l'occhio può scivolare 
la spirale attende via dalla sua orbita, 
la parabola parabola fuori 
che non si chiude
dal concavo riparo 
in cerca di 
da non dire trascurate 
tralasciate 
a che replica
o perdute 
no cure no pay
parentele. 
L'orizzonte scaduto
dedicato dallo scazonte ad un istrione senza pubblico
come uno scherzo fatuo.

Dove fugge l'unico occhio delle Graie?

Astronauta tribale nel cielo dei significati, un Perseo a rotelle lo sospinge verso la testa della reificante Gorgona. 
   Verticale l'occhio galleggia sulla sua propria lacrima.

Se risplende a specchio è lo sferico scudo di Athena che ci evita lo sguardo diretto su Medusa che impetra. Dunque: non è premessa plastica.
Convessità, il tuo nome è donna! 

   Verticale l'occhio protegge la sua propria lacrima.

Se lo sguardo diretto impetra, lo sguardo riflesso colora. 
E', allora, premessa pittorica. Evita il modellare, che è fangosa attività divina, e accetta in sostituzione l'ombra colorata delle cose.
Concavità il tuo nome è donna! 

Inaugurata la tribale risonanza delle metafore, che in occidente è classicità del tempio e del labirinto, questo ceroso Icaro è colore e calore solare. Spinto dalle messe a fuoco riprende a viaggiare con la propria perdizione. Ineluttabile. 
   Verticale l'occhio dimora sulla sua propria lacrima.

Abramo, che (al cospetto dell'Iddio) sostituisce il proprio figlio Isacco con un caprone, rinnova la metafora e fonda il patto nell'inganno del trompe-dieu. Eppure erano amici! 
Neppure per un momento dubitò del troppo provvidenziale angelo indicatore che gli spostò l'occhio, ossia il coltello. Era invece Lucifero che cadendo volle giocare un tiro sublime a quel buon vecchio e ai suoi figlioli, per perderli nel cerchio allucinante dell'immaginazione. 
   Verticale l'occhio confonde la sua propria lacrima.

Una nuova metafora, allora, venne annunciata, e altre ancora, siccome chiodo scaccia chiodo scaccia chiodo scaccia chiodo scaccia chiodo scaccia chiodo scaccia chiodo. 
   Verticale l'occhio trafigge la sua propria lacrima.


Sezione 4
 Analisi del Periodo

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