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Archivio (comunque indiziario) dell'Ufficio Tecnico (per l'Immaginazione preventiva)

Carmelo Romeo L. - La Superficie In Pittura [ Brano 40.0] - Brani sparsi, editi e inediti, appunti, diagrammi e iconografie di un lavoro iniziato nel 1972 attorno alla mera superficie, il supporto, lo schermo e...altro.
LA MERA SUPERFICIE IN PITTURA

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Le apparizioni della superficie



40.0 – A questo punto (e non lo faccio per voi, credetemi) consentite di pormi una domanda: di cosa diamine si sta parlando?
Concretamente, intendo.
Concretamente! Ecco una parolina difficile da soddisfare quando, una domenica grigia a Combray, assaporando un sorso di tè misto alle briciole di madalenine abbandonate da Seraut e Cezanne, da Braque e Mondrian (e magari pure da Duchamp), un piacere “isolato” da ogni causa mi aveva invaso.
"Certo ciò che palpita così in fondo a me dev’essere l’immagine, il ricordo visivo, che, legato a quel sapore, tenta di seguirlo fino a me…Toccherà mai la superficie della mia piena coscienza quel ricordo…? Non so. Adesso non sento più nulla, s’è fermato, è ridisceso forse; chissà se risalirà mai dalle sue tenebre? Debbo ricominciare, chinarmi su di lui dieci volte" 1.
Ed io mi chino su quell’emanazione sottile delle mie sensibilità, ad annusare la fragranza indicibile di un amalgama lasciato sul fondo dal bianco di Malevitch 2, dal rosso di Rodcenko 3 , dal buio di Reinhardt 4.
E quel sentore mi raggiunge come un richiamo ospitale della pittura stessa; senza tuttavia farmi provare ancora l’acutezza olfattiva e lucida della “mera superficie”, che è il limite calcolato della pittura – e forse per questo mai raggiungibile dalle prassi di “derivazione”, ma solo dal calcolo “integrale” della sua stessa critica. [cfr. 14 e 37.a]
E di nuovo mi chino su quel fremito di tiglio che adesso convoglia anche i pungenti odori ascellari di Newman 5 e Rothko 6e Pollock 7, addirittura, e altri ancora, mentre tutti sudavano ad applicarsi alla fatica evocativa dal fondo della mezzanotte, dove l'immagine è mantenuta appallottolata come un ombelico al centro della superficie pittorica.
Ma tutti quanti costoro, senza cedere allo spavento e al rischio, tengono ancora serrata in pugno la spinta patetica verso la raffigurazione. Allentate un poco la presa e 
"come in quel gioco in cui i giapponesi si divertono a immergere in una scodella di porcellana  dei pezzetti di carta fin allora indistinti, che, appena immersi si distendono, prendono contorno, si colorano, si differenziano, diventano fiori, case, figure umane consistenti  e riconoscibili, cosi' ora tutti i fiori del nostro giardino e quelli del parco di Swan, e le ninfee della Vivonne e la buona gente del villaggio e le loro casette e la chiesa e tutta Combray e i suoi dintorni, tutto quello che vien prendendo forma e solidità , è sorto, città e giardini, dalla mia tazza di tè" 8
Così anche la superficie  - magari confortata da una tazza di tè con pasticcini 9  - si riprende dallo sgomento di una Pittura che aveva proclamato il NOLI ME VIDERE.
Ma oramai come si può saltare il passaggio per questo punto dei ricominciamenti senza subire l’abbraccio patetico degli “ismi” di ritorno?
Però adesso "è tempo che mi fermi, la virtù della bevanda sembra diminuire" 10.

NOTE AL BRANO 40.0
1 - Marcel Proust, "La strada di Swann",  pag. 51, Giulio Einaudi editore,Torino 1963. - 2 - Kasimir Malevic - dal “Quadrato nero su fondo bianco” al "Quadrato bianco su fondo bianco", Museum of Modern Art, New York. - 3 - Aleksandr Rodcenko: "era  una piccola tela quasi quadrata tinta integralmente con un unico colore rosso"; cosi', in un testo del 1923 Nikolaj Tarabubukin ricordava questa opera di Rodcenko. Cinque artisti costruttivisti (Rodchenko e Stepanova, Aleksandra Ekster, Liubov Popova, e Aleksandr Vesnin) parteciparono ognuno con cinque lavori alla mostra  "5x5=25", allestita a Mosca nel 1921. In quella occasione Rodchenko espose le opere "Linea", "Cellula", e tre monocromi datati 1921: "puro color rosso" (Chistyi krasnyi tsvet), "puro color giallo" (Chistyi zheltyi tsvet) e "puro color blu" (Chistyi sinii tsvet). In olio su tela, ogni pannello cm. 62.5 x 52.5. - 4 - Ad Reinhardt, "Abstrac Painting", 1960-66, olio su tela, cm.60x60, Guggenheim Museum.  - 5 - Barnett Newman, "The Name II", 1950 - Magna and oil on canvas, 2.642x2.400 m(104 x94 1/2 in.) National Gall. of Art, Washington DC. - 6 -Mark Rothko, "1968", acrylic on paper mounted on hardboard panel, National Gallery of Art, Washington DC. - 7 - Jackson Pollock, "Number 1", 1950, National Gall. Washington DC. - 8 - Marcel Proust, "La strada di Swann",  Op.cit., pag. 52. - 9 -Giorgio Morandi - 1964, l'ultimo quadro; olio su tela, cm. 25,5x30,5, Museo Morandi, Bologna. - 10 - Marcel Proust, "La strada di Swann",  Op.cit. pag.
 
1 - Marcel Proust, "La strada di Swann"
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7
8 - Marcel Proust, "La strada di Swann"
9
10 - Marcel Proust, "La strada di Swann"

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capitolo 6 

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