LA CONTROVERSA FACCENDA DELLA COLONNA
b
Una lettera del 1971 a N. Marotta in preparazione di Germinale
arteideologia raccolta supplementi
nomade n. 6 dicembre 2012
UNA SETTIMANA DI BONTA
13
pagina
Cara Nancy,
sembra che qualcuno ricostruisca la vicenda della colonna Vendôme in un modo dissimile da quello a cui le nostre ultime conversazioni ci hanno affezionato.
Dice che Courbet avrebbe semplicemente suggerito di sbullonare la colonna per ricostruirla agli Invalides; ma che poi le cose presero un piega che porterà ad abbatterla durante gli ultimi giorni della Comune.
Si intende con questo sollevare Courbet da quello che è ritenuto un gesto riprovevole (ed anche indegno) per un artista? o non si vuole piuttosto affossarlo nel ridicolo?
Quale mente ottusa poteva difatti partorire una simile amenità in quella  circostanza bellica: sbullonare la colonna per ricostruirla altrove?
E’ concepibile che in tali contingenze (guerra franco-prussiana, sconfitta di Sedan, proclamazione della Comune) Courbet abbia potuto anche solo immaginare un tale inutile doppio spreco di energie?

Tuttavia questi sarebbero i fatti:
- il 14 aprile 1870 Courbet fonda la Federazione degli artisti (Fédération des artistes) per sostenere uno sviluppo delle arti libero e senza alcuna forma di censura. Tra i membri del gruppo vi sono André Gill, Honoré Daumier, Jean-Baptiste Camille Corot, Eugène Pottier, Jules Dalou, e Édouard Manet;
-  alla vigilia della guerra franco-prussiana, il ministro del governo di Napoleone III, Maurice Richard, conferisce a Courbet la Legion d’Onore, che viene però rifiutata in quanto segno dell’interferenza dello Stato nell’arte;
- il 14 settembre 1870 (mentre le due armate tedesche provenienti da Sedan marciavano su Parigi) Goustave Courbet indirizza una petizione al governo della Difesa nazionale chiedendo di demolire la colonna Vendôme,: «monumento privo di ogni valore artistico e tendente a perpetuare, con il suo significato, le idee di guerra  e  di  conquista  respinte  dal sentimento di una nazione repubblicana». I resti della colonna avrebbero dovuto essere trasportati all'hôtel de la Monnaie per essere poi essere ricostruita agli Invalides;
- il 12 aprile 1871, quattro giorni prima dell'elezione di Courbet al Consiglio della Comune, la Comune di Parigi delibera l’abbattimento della colonna Vendôme,  “considerando che la colonna imperiale di Place Vendôme, è un monumento di barbarie, un simbolo di forza bruta e di falsa gloria, un'affermazione di militarismo, una negazione del diritto internazionale, un insulto permanente dei vincitori sui vinti, un attentato perpetuo a uno dei tre grandi principi della Repubblica Francese, la fraternità”;
- il 16 aprile 1871, eletto  membro del Consiglio della Comune di Parigi, Courbet viene messo a capo di tutti i musei della città che salva dai saccheggi della folla in rivolta;
- il 16 maggio 1871 la colonna Vendôme viene demolita e l’antica place Vendôme, ribattezzata Place Internazionale;
- il 2 settembre 1871, sconfitta la Comune, consumata la sanguinaria repressione dei vinti che avevano osato, a causa della sua insistenza nel voler attuare il decreto di abbattimento la corte marziale di Versailles condanna Courbet a sei mesi di carcere e al pagamento di una multa di 500 franchi.
- Nel 1873 il nuovo presidente della Francia,  Patrice de Mac-Mahon, che vuole ricostruire la colonna, decide che Courbet deve pagare le spese dei lavori, al pittore vengono confiscati tutti i beni e per evitare il tracollo economico si rifugia in Svizzera.
- Il 4 maggio 1877 il pittore è condannato al pagamento di 323.000 franchi da pagare a rate annuali di 10.000 franchi per i successivi 33 anni, ossia fino al compimento del novantunesimo anno d’età.
- Il 31 dicembre 1877, un giorno prima di quello in cui avrebbe dovuto pagare la prima rata al governo francese, il cinquattottenne Courbet muore nel suo esilio svizzero e viene sepolto ad Ornans.

Questi i fatti, possiamo intanto constatare come - a parte l’opinione sul valore artistico dell’opera - il giudizio sul significato (e la condanna) espresso da Courbet sulla colonna nel settembre 1870 sono sostanzialmente identici a quelli espressi nella successiva deliberazione della Comune nell’aprile 1871.
Ora, seppure possa ritenersi vero che l’intenzione di Courbet sia stata inizialmente quella di sbullonare la Colonna della Grande Armée di place Vendôme semplicemente per ricostruirla altrove, cos’altro dimostrano i fatti successivi se non che anche una iniziale timidezza affidata poi a circostanze rivoluzionarie può trascendere la volontà del singolo per sollevarla, oltre la sua persona, al rango stesso della storia?
In certi frangenti rivoluzionari è possibile chiamare i singoli - ad esempio Courbet – a responsabili “personali” di simili episodi?
Determinate circostanze prendono un’idea per renderla un’azione efficace.
Solo sotto i cannoni di Napoleone III che bombardavano Parigi poteva cadere “realmente” la colonna di Napoleone I eretta con la fusione di 1200 cannoni dei popoli vinti, e ad opera dello stesso popolo dei vincitori.
Quel medesimo giorno in cui accadeva questo, Rochefort scriveva: “… noi non possiamo non applaudire alla demolizione di questo trofeo che è oggi un insulto alle nostre miserie. Francamente sarebbe stoicismo eccessivo conservare in mezzo a noi l’immagine di Napoleone I, quando i generali di Napoleone III ci bombardano.”
Quel giorno, 16 maggio, sulla piazza Vendôme, circondata dalle barricate che difendevano Parigi, le fanfare del 172º  e del 190º battaglione erano raggruppate sul terreno ricoperto di paglia e fascine disposte per attutire la caduta. Sui vetri delle finestre delle case dei dintorni erano incollate strisce di carta multicolori per contenere le vibrazioni del contraccolpo... 

Insomma: una grande festa popolare. Gioiosa e comica.
La fisiologia delle rivoluzioni ha bisogno anche di questo tipo di feste.

Come vedi, il nostro lavoro per la mostra procede su tutti i fronti, e ogni giorno di più ci convinciamo della bontà del progetto che ti abbiamo proposto. Ci dispiace solo dover rinviare la mostra al prossimo anno perchè le opere non saranno ancora tutte pronte per l'anno in corso.
Un saluto da Luciano e da me.

Lillo Romeo, Roma 12 dicembre 1971

PS - Ultimamente è venuto a farci visita un amico. Approfitto di questa lettera per allegarti la foto dell'incontro.


pagina
In alto, il primo numero del Père Duchêne / Le fils du Père Duchêne: illustré, Parigi 1 fiorile (20 aprile) 1871 (didascalia: "Eh ben ! bougre de canaille, on va donc te foutre en bascomme ta crapule de neveu !..."
Di fianco, sopra: la prova che avrebbe accusato Courbet della personale demolizione della colonna; sotto: La visita nello studio.