LA DONNA E IL SOCIALISMO

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August Bebel . 1883 . ediz.1905
arteideologia raccolta supplementi
made n.14 Ottobre 2017
LA RIPRESA DELLE OSTILITÀ
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LA DONNA NEL PRESENTE . 4 . 1

ALTRI FRENI E IMPEDIMENTI AL MATRIMONIO . 1
Proporzione Numerica dei Sessi - Cause ed Effetti

Dalle condizioni descritte sono derivate alcune qualità caratteristiche della donna, che di generazione in generazione sempre più si sono sviluppate. L'uomo le rileva a preferenza, ma dimentica che egli stesso ne è la causa e vi contribuisce con la sua condotta.
A questi difetti della donna, molte volte biasimati, appartengono la prontezza di lingua, la maldicenza, il far caso delle minime cose, il dare molta importanza all’apparenza esterna, la passione dell’abbigliamento, il desiderio di piacere e tutto il complesso delle pazzie della moda; inoltre, la facile invidia e gelosia per le compagne, l’inclinazione a mentire e a fingere.
Questi difetti, differendo solo di grado, sono generali nel sesso femminile e si manifestano già nella più tenera età. Essi hanno origine nella pressione degli ordinamenti sociali e nell’eredità, l’esempio e l’educazione li sviluppano maggiormente. Chi fu educato in modo irrazionale, non può dare un'educazione razionale.
Per dare un'idea chiara delle cause originali e dello sviluppo delle qualità di entrambi i sessi nei diversi popoli, dobbiamo ricorrere allo stesso metodo applicato dalla scienza naturale moderna per la ricerca dell’origine e della formulazione del mondo organico e delle sue proprietà caratteristiche. Sono le condizioni materiali della vita che imprimono in ogni essere vitale le qualità caratteristiche. E’ necessario conformarsi alle condizioni esistenti, che finalmente diventano una seconda natura.
L'uomo non fa eccezione alla regola generale per tutti gli esseri viventi [1]; egli non sta al di fuori delle leggi di natura, solo fisiologicamente è considerato l’animale più perfetto. Ma questo non si vuole ammettere. Gli antichi, già da migliaia d’anni, quantunque non conoscessero le scienze naturali moderne, avevano in molte cose umane vedute più razionali dei moderni, e, ciò che è più importante, applicavano praticamente i loro principi basati sull'esperienza. Si loda con ammirazione la bellezza e la forza degli uomini e delle donne di Grecia, ma non si considera che non era il clima mite né l’incantevole natura del paese, situato tra le molteplici insenature del mare, che agiva così favorevolmente sullo sviluppo degli abitanti, ma piuttosto l’essere allevati secondo massime di educazione morale e fisica, intese a collegare la bellezza, la forza e la destrezza fisica con l’acutezza e l’elasticità dell’ingegno. E se la donna già da allora, in confronto dell’uomo, era trascurata nell’educazione intellettuale, non lo era tuttavia nella fisica.[2]
A Sparta, ove si tenevano in onore più che in ogni altra città gli esercizi fisici, i giovanetti e le giovinette andavano ignudi e si addestravano insieme negli esercizi fisici in generate e nella lotta. Lo spettacolo della nudità del corpo umano e il trattare naturalmente di cose naturali, avevano per effetto di non suscitare quegli eccitamenti sessuali, che nascono in special modo dalla separazione dei sessi fin nella più tenera età.
Il corpo di un sesso non aveva misteri per l’altro; non vi poteva quindi essere dubbiezza. Natura era Natura. Un sesso si compiaceva della bellezza dell’altro.
Dobbiamo far ritorno alle spontanee naturali relazioni dei sessi, rigettare lungi da noi gli attuali malsani principi spiritualistici, e creare sistemi educativi che conducano ad una rigenerazione fisica ed intellettuale.

[ il vestire e la moda ] 

Regnano ancora fra noi, specialmente sull'educazione della donna, concetti molto retrogradi. E’ considerata eresia e cosa non femminile che la donna abbia anch'essa forza, coraggio e ardimento, benché nessuno possa negare che, possedendo simili qualità, essa potrebbe guardarsi da molti inconvenienti e cose spiacevoli. Invece il suo sviluppo fisico, precisamente come l’intellettuale, è ostacolato quanto più è possibile finché dal male inteso modo di vestire. Questo non solo impedisce lo sviluppo fisico, ma spesso lo rovina del tutto; eppure pochi medici osano combatterlo. Il timore di incorrere nella riprovazione della paziente li fa tacere, ed anche lodare le sue pazzie. Il vestiario moderno impedisce alla donna di far libero uso della sua forza, esso nuoce al suo sviluppo fisico e risveglia in essa il sentimento dell’impotenza e della debolezza. Questo modo di vestire rappresenta anche un pericolo per la salute di chi le sta vicino, poiché la donna, in casa e nella strada, è una produttrice ambulante di polvere.
La severa divisione dei sessi nelle scuole e nei rapporti sociali, che corrisponde completamente ai principi spiritualistici che il cristianesimo ha fortemente radicati in noi, contribuisce a ostacolare lo sviluppo della donna.
Questa, che non riesce a spiegare le sue attitudini e le sue capacità fisiche, tenuta in uno stretto circolo di idee ed in rapporto quasi soltanto con membri del suo sesso, non può assolutamente elevarsi al disopra del comune. Il suo orizzonte intellettuale non va più oltre di quanto avviene nelle sue più immediate vicinanze, nella parentela e in quanto dipende da lei. Il fare gran caso di picciolezze e l’inclinazione a chiacchierare, sono favoriti oltre ogni dire, poiché le doti della sua fantasia hanno bisogno di azione e di esercizio. E l’uomo che si trova spesso afflitto da cose spiacevoli, spinto alla disperazione, maledice quei difetti che egli, signore della creazione, ha in ispecial modo favoriti.

[ coazione a sposarsi ]

Nelle nostre condizioni sociali o sessuali tutto contribuisce a spingere la donna verso il matrimonio. E’ naturale, dunque, che questo e le circostanze che ad esso si riferiscono siano una parte essenziale delle sue conversazioni, delle sue aspirazioni. Per la donna, fisicamente più debole, soggetta per costumi e per legge all’uomo, l’arma principale sta nella lingua, e si comprende come ne faccia uso. Lo stesso avviene della sua biasimevole passione di ornarsi e di piacere, che raggiunge il punto culminante nelle pazzie della moda, e pone spesso padri e mariti nei maggiori imbarazzi finanziari. La spiegazione è facile. La donna è per l’uomo prima di tutto oggetto di piacere. Economicamente e socialmente schiava, essa vede il suo mantenimento nel matrimonio, dipende così dall’uomo e viene a far parte del suo patrimonio. La sua posizione diventa ancor più sfavorevole per il fatto che, in generale, il numero delle donne sorpassa quello degli uomini, fatto di cui ci occuperemo più avanti. Questa sproporzione aumenta la concorrenza delle donne fra loro, che viene sempre più rafforzata dal considerevole numero di uomini che per varie ragioni non si ammogliano. La donna si trova quindi nella necessità di sfoggiare tutte le sue attrattive, per vincere la gara con le compagne per la conquista di un marito.
Chi consideri la lunga durata di queste disuguaglianze per molte generazioni, non si meraviglierà che simili fenomeni, per l’azione continuata delle stesse cause, abbiano raggiunto oggi il loro culmine. Ne risulta che giammai come oggi la lotta della concorrenza fra le donne per la conquista del marito fu così violenta, per le ragioni in parte già accennate, in parte da discutere ancora. Infine le difficoltà sempre maggiori di raggiungere un’esistenza comoda, come pure le crescenti esigenze sociali, spingono sempre più la donna verso il matrimonio come ad un istituto di mantenimento.
Gli uomini accettano volentieri questa condizione, poiché ne traggono vantaggio.
Piace al loro orgoglio, alla loro vanità e al loro interesse di far la parte del padrone, ed in questa parte di dominatori essi sono, come tutti i dominatori, difficilmente accessibili al ragionamento. Di più, è nell’interesse della donna di accasarsi per conquistare una posizione che la possa liberare da uno stato di umiliazione. Le donne hanno tanto poco da sperare dall'aiuto degli uomini quanto l’operaio dalla borghesia. Se si considerano inoltre le qualità caratteristiche dispiegate nella lotta per la conquista di una posizione ambita anche in altri campi, per esempio nell’industriale , allorché gl'intraprenditori si trovano di fronte uno all'altro; con quali mezzi vili da furfanti, si combatte, come siano svegliati dall’odio, l'invidia e la calunnia, avremo una spiegazione del come nella lotta di concorrenza fra le donne per conquistare il marito, possono manifestarsi qualità perfettamente uguali.
Di qui risulta che le donne, in generale, si sopportano meno degli uomini, che anche le migliori amiche vengono facilmente a contesa quando si tratti della considerazione degli uomini, o delle loro attrattive personali, ecc. Di qui ancora la verità constatata che quando due donne s'incontrano, per quanto estranee l’una all'altra, si guardano in generale come due nemiche. Con un solo sguardo hanno reciprocamente scoperto se una ha un colore stridente, o un nastro fuori di luogo, o simile altro peccato capitale. Nello sguardo che si scambiano si legge involontariamente il giudizio che hanno fatto una dell’altra. Pare si vogliano dire: lo so meglio di te ornarmi e attirare gli sguardi.
La donna è per natura più impulsiva dell’uomo, essa riflette meno di quest'ultimo, è più altruista, più ingenua, quindi più dominata dalle passioni, e nell’eroico sacrificio che fa talora di se a pro dei figli, o per altri parenti, o nella cura di malattie, si rivela nella luce migliore. Nell'ira, al contrario, questa intensità di passione trova la manifestazione più odiosa.
Ma i lati buoni, come i cattivi, sono influenzati, favoriti, ostacolati o trasformati principalmente dalle condizioni sociali. Lo stesso istinto, che in condizioni sfavorevoli si manifesta come colpa, può, in condizioni opposte, essere sorgente di felicità per se stessa e per gli altri. Dobbiamo a Fourier di averci fornita la prova. più luminosa che lo stesso istinto nell’uomo può dare diversi risultati secondo le condizioni.[3]
Con gli effetti di un'educazione intellettuale sbagliata, vanno di conserva gli effetti non meno importanti di un'educazione fisica sbagliata o difettosa. Tutti i medici sono concordi nel dire che la preparazione della donna al còmpito di madre e di educatrice lascia quasi tutto a desiderare. Si esercitano i soldati nel maneggio delle armi, gli operai nell’impiego dei loro arnesi; ogni ufficio richiede la preparazione adatta; anche il frate fa il noviziato. Solo la donna viene dispensata dall’apprendere i suoi gravi doveri di madre.[4]
Nove decimi delle ragazze che vanno a marito, diventano madri nella piena ignoranza di quello che ciò voglia dire e dei doveri del matrimonio. L'imperdonabile ritrosia, anche della madre, di parlare con la figlia già adulta di funzioni sessuali così importanti, lascia che questa manchi ai suoi doveri verso se stessa e verso il marito. La donna, maritandosi, entra per lo più in un territorio completamente sconosciuto, o di cui s'è fatto un quadro fantastico, in generale tolto da romanzi non sempre della migliore specie, che poco si accordano con la realtà.[5]
Le insufficienti nozioni di economia - che nell'ordine attuale delle cose sarebbe invece tanto necessario fossero esatte nel matrimonio, per quanto siano state tolte alla donna molte delle incombenze di un tempo - danno ugualmente luogo a dissapori coniugali.
Alcune non intendono di tener dietro alla casa, ritenendosi troppo superiori per occuparsene e trovando la cosa più adatta alle persone di servizio; altre, e queste sono la maggioranza, sono impedite dalla lotta per l'esistenza dal dedicarsi a questo compito, perché da mane a sera occupate nei laboratori e nelle fabbriche. Sempre più vediamo che l’economia domestica, con l’evoluzione, perde terreno, e si conserva soltanto con immensi sacrifici di tempo e di danaro.
Un'altra causa che impedisce a non pochi uomini di prender moglie, sta nello sviluppo fisico di molte donne. Il nutrimento, le abitazioni, le occupazioni, in breve l'intero sistema di vita sbagliato ha un effetto dannoso su di noi. A ragione si può chiamare la nostra un’epoca di nevrosi, ma la nevrosi va di pari passo con la degenerazione fisica. L'anemia e la nevrastenia sono a preferenza nel sesso femminile largamente diffuse. Esse vanno assumendo la forma di una calamità sociale, che, perdurando ancora per alcune generazioni, se non si riuscirà a rimettere l’organamento sociale in condizioni normali, condurrà la società incontro alla rovina.[6]
L'organismo femminile ha bisogno, riguardo allo scopo del sesso, di cure speciali, specialmente di buona nutrizione e, in certe circostanze, di completo riposo. Entrambe le cose non esistono per la maggior parte delle donne e, nelle condizioni della società odierna, non sono nemmeno procurabili. La donna si è poi tanto abituata alle privazioni che, per esempio, molte di esse ritengono dovere coniugale di scegliere pel marito i migliori bocconi e contentarsi di un cibo scarso.
Così per i figli maschi viene usata una preferenza sulle femmine.
E’ opinione generale che alla donna basti non solo minore quantità di cibo, ma anche peggiore. Ecco perché perdura il quadro pietoso che ci offre a preferenza la nostra gioventù femminile.[7]
Essa è fisicamente debole, anemica, nervosa all'eccesso. Qui sono i disturbi mestruali, le malattie degli organi di generazione che arrivano spesso a cagionare sterilità o incapacità di allattare, ed anche a mettere in pericolo la vita.
« Se questa degenerazione continuerà nelle nostre donne nella misura in cui ha finora progredito, non e lontano il giorno in cui si potrà dubitare se l’uomo civile debba ancora appartenere all'ordine dei mammiferi o no.» [8]
Invece di una compagna sana ed allegra, di una madre feconda, di una moglie che adempia ai suoi doveri domestici, l'uomo ha per consorte una donna malata, nervosa, che non può fare a meno del medico, incapace di sopportare un soffio d'aria nè il più lieve rumore. Ma non vogliamo dilungarci su questo argomento, che ognuno è al caso di rappresentarsi il quadro attingendo esempi nella sfera delle proprie conoscenze.
Medici esperti assicurano che più della metà delle donne maritate, specialmente nelle città, si trova in condizioni più o meno anormali.
Dal grado del male e dal carattere dei coniugi possono le unioni diventare infelici e dare all’uomo, nell’opinione pubblica, il diritto di permettersi libertà al di fuori del matrimonio, la conoscenza delle quali è fonte di malumori da parte della moglie. Talora le diverse esigenze sessuali dei coniugi danno luogo a gravi dissidi senza che sia possibile la desiderata separazione.
E qui è bene non tacere che ad una gran parte degli uomini è dovuta la colpa delle gravi malattie fisiche che colpiscono la donna maritata. Molti sono gli uomini che, in seguito ad una vita sregolata, sono affetti da malattie croniche, le quali, spesso, non cagionando loro nessun serio incomodo, vengono prese alla leggiera e buttate dietro le spalle. Ma nelle relazioni sessuali con la moglie queste malattie generano penose e tristi conseguenze interne, che possono giungere fino a renderla sterile o incapace di portare a termine una gravidanza. In generale l’infelice moglie non ha alcuna cognizione delle vere cause della malattia che l’affligge, che le amareggia la vita e che distrugge lo scopo del matrimonio, e si accora e riceve rimproveri di una colpa che dovrebbe ricadere sull’altra parte.
Molte ragazze fiorenti, poco dopo il matrimonio cominciano a deperire a causa di un malore di cui né esse né chi sta loro intorno hanno idea esatta e che il medico è obbligato a nascondere.
« Come hanno provato recenti ricerche, queste condizioni, cioè che in seguito a blenorragie lo sperma dell'uomo non contiene più spermatozoi e quindi egli è inetto a generare , sono causa frequente di sterilità nel malrimonio, in opposto all’antica tradizione che l’uomo è il generatore, ma esso è sempre pronto ad ascrivere alla moglie la colpa della mancanza di prole. » [9]

[ la donna per Schopenhauer e Lombroso ]

Come si vede vi sono molteplici cause che nella maggior parte dei matrimoni di oggidì fanno sì che esso non sia quale dovrebbe essere. E dunque inutile credere che si raggiunga l’emancipazione della donna col matrimonio, il quale nelle nostre condizioni attuali va sempre più corrompendosi e corrisponde sempre meno al suo vero scopo.
L'avviare la donna verso il matrimonio, additandoglielo come la sua vera vocazione, ciò che fa la maggioranza degli uomini, suona come atroce scherno, quando i consiglieri e chi li approva non operano per renderlo più facile.
Schopenhauer, il filosofo, considerava la donna e la sua posizione da limitato borghese. Egli dice: «La donna non è chiamata a grandi opere. La sua caratteristica non è agire, ma soffrire. Ella paga il debito della vita coi dolori del parto, con le cure per i figli, con la sottomissione al marito. A lei sono negate le estrinsecazioni più violente della forza e del sentimento. La sua vita dev'essere più tranquilla o più oscura di quella dell'uomo. La donna è destinata a curare, allevare ed educare la prole, poiché essa stessa rimane per tutta la vita una fanciullona, una specie di gradino intermedio fra il fanciullo e l’uomo, che è il vero padrone. Le giovanette debbono essere educate per dirigere la casa ed essere sottomesse. Le donne sono i filistei più convinti ed incorreggibili. »
Secondo lo stesso concetto di Schopenhauer, si svolge l’opera di Lombroso e Ferrero: La donna come delinquente e come prostituta.
Non abbiamo mai visto opera scientifica di simile mole (590 pagine!) che contenga così pochi documenti attendibili sul terna svolto. Il materiale di statistica, onde sono tratte le conclusioni più importanti, è scarsissimo. Spesso bastano agli autori una dozzina di casi per trarne conseguenze della maggiore entità.
Il materiale che si può calcolare più utile nell’opera è stato fornito da una donna, la signora Tarnowskaja.
L'influenza delle convinzioni sociali e dell’evoluzione civile, è quasi lasciata da parte. Tutto viene giustificato dal punto di vista fisiologico e psicologico, e viene citata una quantità di comunicazioni etnografiche dei popoli più svariati, senza che sia stata profondamente studiata la natura di essi. Secondo i citati autori, come secondo Schopenhauer, la donna è un'eterna fanciullona, una mentitrice per eccellenza, di debole criterio, incostante in amore, incapace di alcuna azione eroica.
La sua inferiorità di fronte all'uomo è dimostrata da molte differenze e proprietà fisiche.
« L’amore della donna non è in fondo se non un carattere secondario della maternità; i sentimenti che legano la donna all’uomo non hanno origine da impulsi sessuali, ma da istinti ereditati di sottomissione e di abbandono di se stessa » (p. 140).
Gli autori non si curano d'indagare come questi istinti si ereditano e si conformino all’ambiente, altrimenti avrebbero dovuto studiare la posizione della donna nel corso di migliaia d'anni, che l’han resa quella che è oggi. Essi descrivono lo stato di schiavitù e di dipendenza della donna presso i diversi popoli e nei diversi periodi di civiltà, ma, come darwiniani, hanno i paraocchi, attribuiscono tutto ciò a cause fisiologiche e non sociali o economiche, le quali hanno invece la più forte influenza sullo sviluppo fisiologico e psicologico della donna.

[ la vanità ]

Parlano ancora della vanità femminile ed esprimono l’opinione che fra i popoli in grado basso di civiltà siano gli uomini che rappresentano il sesso vano; si vede anche oggi, per esempio, nelle Nuove Ebridi, nel Madagascar, nell'Orenoco, in molte isole dell'arcipelago polinesiano e presso molte popolazioni africane e dell’oceano indiano.
Al contrario, presso i popoli civili è la donna che rappresenta il sesso vano.
Ma come e perché? La risposta è facile.

Tra i popoli di grado basso di civiltà impera il diritto materno o non è da molto scomparso. La posizione che ivi occupa la donna la dispensa dalla necessità di cercare di conquistare l’uomo, bensì è l’uomo che cerca di conquistare la donna, e a questo fine egli si orna e diventa vario. Nei popoli di elevata civiltà, e specialmente tra i più civili - tranne qualche eccezione - non è l’uomo che cerca di conquistare la donna, ma viceversa, quando non avvenga che la donna prenda l’iniziativa di offrirsi all’uomo. E poiché le così dette convenienze le vietano ciò, essa fa consistere l’offerta nel contegno che tiene di fronte all’uomo, nel vestire, nel lusso che dispiega, nell’ornarsi e nel modo di contenersi e di civettare in società. L'eccedenza numerica delle donne e la necessità per loro di considerare il matrimonio come un collocamento, o come un'istituzione, soltanto per mezzo della quale esse possono appagare gl’istinti sessuali ed occupare una certa posizione nel mondo, impongono loro questo contegno.
Anche qui sono dunque ancora cause puramente economiche e sociali che risvegliano, sia nell’uomo, sia nella donna, una proprietà che siamo abituati a considerare del tutto indipendente dalle cause sociali ed economiche, e con ragione potremmo concludere che non appena la società fosse in condizioni sociali nelle quali cessasse la dipendenza dell’un sesso dall’altro e diventassero entrambi ugualmente liberi, la vanita e le pazzie della moda scomparirebbero, come molti altri difetti che consideriamo incorreggibili, perché li supponiamo ingeniti nell'uomo.
Ciò che vi è di strano in Schopenhauer è che, da filosofo, giudica la donna solo da un punto di vista, come la maggior parte dei nostri antropologi e medici, che vedono in essa solo l’essere sessuale e mai il sociale. Schopenhauer non ebbe mai moglie e quindi per esperienza propria non ha contribuito a far sì che una donna adempisse ad un còmpito superiore a quello che egli assegna alle donne.
E qui veniamo al rovescio della medaglia, che non e certo il più bello.
Tutti sanno che molte donne non prendono marito perché non possono. I costumi vietano alla donna di offrirsi, essa deve lasciarsi scegliere e non scegliere. Se non trova nessun aspirante, entra a far parte di quel grosso esercito di derelitte cui è mancato lo scopo della vita e che, per mancanza di un terreno materiale sicuro, cadono per la maggior parte in bisogno e in miseria e sono fatte sovente oggetto di scherno.
Ma donde ha origine la sproporzione numerica dei sessi? Molti rispondono prontamente: nascono troppe femmine. Quelli che lo asseriscono sono in errore. Altri concludono che se le donne sono più numerose degli uomini nelle nazioni civili, si deve, di buon animo o di mal animo, ammettere la poligamia. Ma questa non solo ripugna ai nostri costumi, ma contribuisce a scemare la dignità della donna, ciò che non impedisce a Schopenhauer, nella sua disistima e nel suo disprezzo per essa, di dichiarare: Per il sesso femminile in generale la poligamia è un benefizio.

[ poligamia e monogamia ]

Molti uomini non prendono moglie perché non si credono al caso di mantenerla convenientemente e così anche la prole che potrebbe nascerne.
Il mantenere due mogli sarebbe possibile solo ad un piccolissimo numero di uomini, e fra questi ve ne sono già molti che possiedono più mogli, una legittima ed un'altra, o più d'una, illegittima. Questi esseri privilegiati per censo non si astengono dal fare il piacer loro. Anche in Oriente, dove esiste da secoli la poligamia, consentita dalle leggi e dai costumi, sono relativamente pochissimi gli uomini che tengono più di una moglie. Si parla dell’influenza demoralizzante degli harem turchi, ma si sorvola che ciò è possibile solo ad un piccolissimo numero di uomini, e della classe dominante, mentre la massima parte degli uomini vive a sistema monogamico. Ad Algeri, sul finire del 1800, di 18282 matrimoni esistenti non meno di 17319 erano monogamici, 888 di due mogli, e solo 75 con più di due. Costantinopoli, la capitale dell'impero turco, non darebbe risultati differenti. Tra la popolazione agricola orientale la proporzione in favore del matrimonio monogamico è anche maggiore. Ivi sono da tenere in considerazione, come da noi, soprattutto le condizioni materiali, che obbligano l’uomo a contentarsi di una sola moglie. Ma quando anche le condizioni economiche fossero ugualmente favorevoli per tutti, la poligamia non sarebbe possibile lo stesso, perché mancherebbero le donne. Il numero quasi uguale dei due sessi che esiste in condizioni normali, spinge dappertutto alla monogamia.
A testimonianza di ciò facciamo seguire le tabelle pubblicate da Bücher in un'appendice all’Archivio generale di statistica.[10]
Sono da distinguersi nelle tabelle seguenti la popolazione verificata per dati positivi e quella calcolata approssimativamente.
Nelle seguenti tabelle si potrà osservare la proporzione fra i sessi nelle diverse parti e nei diversi paesi del mondo.
Il risultato di esse sorprenderà molti. Ad eccezione dell’Europa, dove in media ogni 1000 uomini abbiamo 1024 donne, in tutte le altre parti del mondo la proporzione e inversa. Quando anche si ammetta che in alcuni paesi, anche dove hanno luogo censimenti, possano questi essere inesatti riguardo alle donne - per esempio fra le popolazioni maomettane, dove il numero denunziato delle donne è inferiore alla realtà - rimane però sempre constatato il fatto che, eccettuate alcune nazioni europee, quasi in nessun altro luogo il numero delle femmine sorpassa quello dei maschi.
Diverse sono le condizioni dell’Europa, che a noi interessano di preferenza. Qui, ad eccezione dell’Italia e dei paesi al sud-est - la Bosnia, l’Erzegovina, la Serbia, la Bulgaria, la Rumania e la Grecia - in tutto il resto la popolazione femminile sorpassa di molto la maschile. Fra tutti i grandi Stati le condizioni più favorevoli sono in Francia, dove per 1000 uomini vi sono 1002 donne; dopo la Francia, la Russia con 1009 donne su 1000 nomini. Al contrario, le condizioni più sfavorevoli esistono in Portogallo, in Norvegia e in Polonia, dove per 1000 abitanti maschi ve ne sono 1076 femmine. Vengono subito dopo queste la Gran Brettagna e l’Irlanda, con 1060 donne su 1000 nomini. La Germania e l’Austria stanno nel mezzo: per 1000 uomini hanno 1039 donne.
Nell’impero tedesco negli ultimi 15 anni il rapporto numerico tra il sesso femminile ed il maschile è diventato ad ogni censimento più proporzionato. Il 10 dicembre 1885 la popolazione femminile superava la maschile di 988376 persone, al primo dicembre 1890 la differenza era di 966806 persone; nel 1895 di 957401, e al primo dicembre 1900 era scesa a 892684. Una delle cause principali di questa diminuzione è la diminuita emigrazione specialmente di uomini. Ciò si vede chiaramente dalla sproporzione numerica fra i sessi negli Stati Uniti dell’America settentrionale, verso cui si dirige la corrente principale dell'emigrazione e dove si ha tanta scarsezza di donne quanta abbondanza ne ha invece la Germania, in cui l’emigrazione da 220902 persone nel 1881 scese a 22309 nel 1900.
La quantità di uomini che emigra, molto maggiore che non di donne, è causa precipua della differenza numerica dei sessi.
Inoltre più uomini che donne periscono per infortunio nell’agricoltura, nei mestieri, nell’industria e nel commercio; anche temporaneamente, si assentano dal paese più uomini che donne - commercianti, marinai della marina mercantile o da guerra, ecc. [ parte successiva ]

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[1] - Si veda l’opinione di Krafft-Ebing.
[2] - Platone esige nel suo Stato che la donna sia educata come l’uomo, e richiede un’accurata selezione. Egli conosceva dunque l’effetto di una accurata selezione anche per lo sviluppo dell’uomo. Aristotele nella sua Politica pone come base dell'educazione che si educhi prima il corpo, indi l’intelletto. Da noi si pensa (quando vi si pensa) solo in ultimo al fisico, che pure è quello che deve fornire i mezzi per sviluppare l’intelligenza.
[3] - A. BEBEL, Charles Fourier, sein Leben und seine Theorien, Stuttgart, 1888, I. H. W. Dietz.
[4] - TROLL - BOROSTYANI , Die Mission unseres Jahrhunderts, Presburgu. Leipzig.
[5] - Nell'opera Les femmes qui tuent et les femmes qui volent. Alessandro Dumas figlio racconta che un prete cattolico altolocato gli aveva narrato in un colloquio avuto che, di cento sue pastorelle che avevano preso marito, dopo un mese dalle nozze ottanta almeno erano tornate da lui a dirgli che erano disilluse del matrimonio e si pentivano di aver sposato. Ciò è verosimile. La borghesia francese volteriana trova conciliabile con la propria coscienza il lasciare educare le figlie nei conveuti , pensando che sia più facile guidare una donna ignorante che non una educata. Di qui conflitti e delusioni. Anche Labulaye consiglia di mantenere le donne in una certa ignoranza, poiché notre empire est détruit  si l'homme est reconnu.
[6] - La paralisi, secondo le osservazioni della clinica psichiatrica di Vienna, prende maggiore sviluppo fra le donne che non fra gli uomini. Fra gli ammalati ivi accolti si ebbero: - dal 1873 a1 1877, 15, 7 uomini paralitici 4,4 donne; - dal 1888 a1 1892, 19,7 uomini e 10,0 donne. Dal 1860 a1 1870 si ebbero in media su 8 uomini paralitiici 1 sola donna; oggi si ha già in Danimarca 1 donna su 3,49 uomini; nell'Italia settentrionale 1 donna su 3,12 nomini; in Inghilterra 1 donna su 2,89 uomini; in Belgio 1 donna su 2,77 uomini; in Francia 1 donna su 2,40 uomini. (Wiener Arbeiter - Zeitung del 31 gennaio 1895).
[7] - Di ciò è ampiamente trattato nell'opera Das Frauenbuch, della signora H. S. Adams, dottoressa in medicina.
[8] - F. B. SIMON, Die Gesundheitspflege des Weibes, II Aufl., P. 239. - Stuttgart, 1893 J. H. W. Dietz.
[9] - F. B. Simon , op. cit. , pag. 265.—Simon tratta nei suoi particolari il tema « perché tante mogli dopo le nozze si ammalino senza conoscerne la causa », ed esprime il suo biasimo per gli uomini, ai quali questa deve attribuirsi.
[10] - KARL BÜCHER , Ueber die Vertheilung der beiden geschlechter auf der Erde. Relazioue presentata il 6 gennaio 1892 all’Unione geografica e statistica di Francoforte sul Meno. Archivio di statistica del dott. Georg von Mayr. Tubiuga, 1892. Anno 2.