ALTRE BUGIE

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Acta Eruditorum . 1712
arteideologia raccolta supplementi
made n.15 Maggio 2018
LA RIPRESA DELLE OSTILITÀ
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Edipo . Οιδίπους . Oidípūs

Per ben tre volte l'oracolo di Delfi lo gridò allo scettico Laio, Re di Tebe: se avesse avuto un figlio, questi l'avrebbe ucciso !
Ma quella stessa notte ch'ebbe l'ammonimento, un Laio innamorato più volte prese Giocasta.

Sulla terrazza, sotto i raggi di una luna di luglio, gli sposi si abbracciarono con gran tremori di membra e di cervello, sopra aghi di pino e petali di mandorlo odorosi portati lì dal vento caldo della sera.

Più tardi, dopo essere rimasto supino a guardare il cielo stellato, Laio si rigirò sul fianco, e delicatamente scorrendo, con un dito umido di saliva, il nitido profilo della donna fino al capezzolo ancora inturgidito, disse sommessamente, in un respiro:
« E tu, Giove, tieniti l'Olimpo ... e più non disturbarci ! ».

Quando Giocasta annunciò che avrebbe avuto un figlio, tutti alla corte se ne rattristarono.
Ma il Re, poggiato teneramente un orecchio sul ventre pieno della regina, volle rasserenare i delegati dei cavalieri e degli opliti:
« Sia quel che sia, mai muoverò contro mio figlio disorientando le carte del destino. Tutto decade e tutto si consuma, ma questo è un bene » concluse in un sorriso.

Poi, quando quel figlio nacque, solo la coppia regale se ne rallegrò ed ordinò festini e libagioni mentre nelle cucine iloti e servi già piangevano la malasorte della casa del Re e dell'intera Tebe.

Edipo, nondimeno, crebbe circondato d'affetto e d'attenzioni.

Ed era forte e snello; talmente saldo su quei suoi larghi piedi che la Terra lo benedisse per le carnose carezze che ne riceveva.

Un giorno, raggiunta Delfi per far baldoria con gli amici, Edipo apprese dall'oracolo del luogo era sempre il solito guercio menagramo? che avrebbe ucciso il padre e giaciuto con la madre sulla terrazza.
Inorridito da quella prospettiva, se ne fuggì lontano dalle accertate vittime del crimine annunciato.

Una profonda mestizia calò su Laio quando poi seppe di quell'abbandono.
Ma anche stavolta il Re non si oppose agli eventi e non si mosse dalla Casa.
Neppure la Regina si mosse in cerca del fuggitivo; e insieme lo piansero smarrito al loro amore.

Mentre l'equivoca partita degli Dei così restava in stallo, solo il pedone Edipo si spostava verso una meta remota ed imprevista dal gioco concentrico delle simmetrie mortali.

I morbosi di Tebe e dei circonvicini attesero inutilmente l'avverarsi del presagio.
Anche la Sfinge se ne stava interdetta sulle alture guardando in basso un precipizio senza fondo.

Da allora, per tutti gli anni che rimasero da vivere agli inconsolati genitori, ad ogni ricorrenza del distacco un qualche vagabondo di passaggio, o una giovinetta pellegrina, si avvicinava fin sotto le mura di Tebe per deporvi due gigli recisi
bianchi ed immacolati come solo nelle terre iperboree potevano nascere.
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