[ caccia all’anguilla ] 

Se le case pubbliche potessero rivelare i loro segreti, vedremmo che le loro abitatrici, per quanto spesso ignorino il nome dei genitori e manchino di qualunque educazione ed istruzione, ma siano dotate invece delle maggiori attrattive fisiche, si trovano nei più intimi rapporti con le persone più altolocate, con gli uomini più eminenti per intelligenza e cultura. Vedremmo ministri, militari di alto grado, consiglieri segreti, deputati, giudici, ecc. ecc. andare e venire insieme con i rappresentanti dell'aristocrazia della nascita, della finanza, del commercio, dell'industria; uomini che di giorno nella società si atteggiano dignitosamente a difensori e custodi della morale, dell'ordine, del matrimonio e della famiglia e stanno a capo degli istituti di beneficenza cristiana e di associazioni per la soppressione della prostituzione.
Il proprietario di uno di questi locali a Berlino stampa un giornale in cui viene descritta la società che lo frequenta. Il locale contiene più di quattrocento sedie, dove seralmente va a prender posto un elegante pubblico, chiamato dal giornale gli habitués, appartenente all'aristocrazia della nascita e della finanza.
Il movimento ed il chiasso assumono proporzioni colossali quando, come accade quasi ogni giorno, sono presenti numerose stelle del mondo teatrale e le beautés del mondo allegro; e la direzione, di feconda inventiva, per mettere il colmo all'allegria, dispone, verso le ore mattutine, una caccia anguilla. Attorno al bacino si appoggiano, coi vestiti rialzati, le belle visitatrici del bar, cercando di afferrare l'anguilla...
La polizia conosce questi fatti, ma si guarda bene dal disturbare simile distinta società nei suoi passatempi!
Una specie di adescamento è pure quello che viene diretto con invito al mondo maschile da un locale, dove si balla, a Berlino: «La sottoscritta amministrazione delle sale di caccia alla cui direzione V.S. è stata raccomandata come appassionato cacciatore, ha l’onore di attirare l’attenzione di V.S. su uno splendido terreno da caccia, recentemente aperto, dove trovasi una ricca scelta di selvaggina, e di invitarla ad una prima caccia che avrà luogo il 26 agosto. Una circostanza speciale rende in particolar modo piacevole il nostro nuovo distretto forestale: il terreno da caccia è posto nel centro del locale e la selvaggina non ha bisogno di essere risparmiata».
La nostra società borghese rassomiglia ad un comitato carnevalesco in cui uno cerca d'ingannare l’altro e trattarlo da pazzo; dove tutti portano dignitosamente la maschera ufficiale per potere poi, in privato, abbandonarsi più sfrenatamente agl'istinti e alle passioni, mentre esternamente tutto assume l'aspetto di morale, religione, di costumatezza.
In nessun tempo, come nel nostro, è stata maggiore l'ipocrisia.
Il numero degli àuguri diventa ogni giorno più grande.
L'offerta delle donne di facili costumi cresce più rapidamente di quanto non faccia la richiesta.
Le condizioni sociali sempre peggiori, la miseria, la seduzione, le attrattive di una vita apparentemente brillante e libera, attirano le candidate da ogni classe sociale.
Un romanzo di Hans Wachenhusen [4] descrive magistralmente le condizioni della capitale dell'impero germanico. Nella prefazione l’autore così espone lo scopo del suo lavoro: «Il mio libro tratta a preferenza delle vittime del sesso femminile e del crescente avvilimento di esse per l’irrazionalità delle nostre condizioni sociali e covili, per propria colpa, per educazione negletta, per avidità di lusso, e per l'offerta sempre crescente e più facile sul mercato della vita. Esso tratta del numero che diventa sempre maggiore di questi esseri che rende sempre più privo di speranze chi nasce, e con minori prospettive chi cresce.... Lo scrivo come un procuratore del re riassume la vita di un delinquente per dimostrarne la colpa. Se nel romanzo si vuole ammettere qualcosa d'immaginario, che contrasti alla vita reale, allora quanto segue non è in questo senso un romanzo, ma un quadro della vita senza ritocco».
Le condizioni non sono a Berlino né migliori né peggiori di quelle di altre grandi città. Sarebbe difficile dire se Pietroburgo greco-ortodossa, Roma cattolica, Berlino cristiano-germanica, Parigi pagana, Londra puritana, Vienna dedita ai piaceri della vita, sia più somigliante all’antica Babilonia. Le stesse condizioni sociali danno luogo agli stessi fenomeni. «La prostituzione ha le sue leggi scritte e non scritte, le sue fonti, i luoghi ove si recluta (various resorts) dal più misero tugurio al più splendido palazzo; i suoi numerosi gradi, dal più basso al più elevato, i suoi speciali piaceri e i luoghi pubblici di convegno, la sua polizia, i suoi ospedali, le sue prigioni, la sua letteratura». [5]
Non solennizziamo più la festa di Osiride, i baccanali e le orge indiane nella primavera, ma a Parigi ed in altre grandi città ci si abbandona nell’oscurità notturna e dietro le mura dei pubblici edifizi e delle case private ad orge e baccanali che la penna più ardita non osa descrivere». [6]
In tali circostanze il commercio della carne umana ha assunto proporzioni gigantesche, organizzato nel modo migliore e di rado rilevato dalla polizia nei centri della civiltà e della cultura. Un esercito di sensali, di agenti, di transporteurs di ambo i sessi conducono gli affari con lo stesso sangue freddo come se si trattasse di una qualunque. Si falsificano le carte di ricognizione e si presentano certificati che contengono una precisa descrizione della qualità delle singole partite che sono affidate ai transporteurs per essere consegnate ai mercanti.
Il prezzo oscilla, come nella mercanzia, a seconda della qualità, e la merce viene assortita e spedita secondo il gusto e le esigenze della clientela nei diversi luoghi e paesi. Con la più raffinata astuzia si cerca di eludere l’attenzione della polizia; non di rado si spendono grosse somme per far chiudere un occhio ai custodi della legge. Buon numero di questi casi sono stati constatati a Parigi.